Ranocchia: “Perché l’Inter è stata eliminata dalla Champions”

L’Inter ha vissuto una stagione trionfale, culminata con lo storico scudetto della seconda stella vinto aritmeticamente nella partita più sentita: il derby contro il Milan dello scorso 22 aprile. Oltre al tricolore, i nerazzurri di Simone Inzaghi si sono aggiudicati anche la Supercoppa Italiana nello scorso mese di gennaio, grazie alla sonora vittoria sulla Lazio in semifinale (3-0) e al successo sul Napoli in semifinale. L’unica pecca della stagione interista è forse da rintracciare in Champions League, con l’eliminazione rimediata agli ottavi di finale contro l’Atletico Madrid ai calci di rigore.

Ranocchia sull’eliminazione dalla Champions dell’Inter

Di questo e molto altro ha parlato Andrea Ranocchia in una lunga intervista esclusiva rilasciata a sitiscommesse.com. Queste le parole dell’ex difensore a proposito dell’uscita di scena europea della squadra in cui ha militato dal 2011 al 2022, portando anche la fascia di capitano nella stagione 2014-15 e succedendo a Javier Zanetti: “La Champions è un discorso a parte, perché il campionato si gioca su tante partite, quindi hai sempre modo di riprendere o magari fai 1 o 2 passi falsi però comunque le partite sono tante e poche squadre riescono a reggerne così tante vincendone tante. In Champions è dentro fuori soprattutto quando passi il girone… è sempre deciso dagli episodi, dallo stato di forma e l’Inter per me, purtroppo, non l’ha persa al ritorno perché comunque al ritorno l’Atletico ha fatto una grandissima partita, non si può che dire bravi agli avversari quando se lo meritano e quando fanno delle belle partite, ma tanto all’andata”.

Dopo il grande percorso in Champions League dell’anno scorso, non solo dell’Inter ma di tutta la Serie A, con tre squadre italiane arrivate fino in fondo, ci si aspettava di più proprio dai nerazzurri vice campioni d’Europa. L’uscita agli ottavi brucia, ma per Ranocchia il rammarico è legato soprattutto a un aspetto: “All’andata ha creato tanto, ma non ha concretizzato le occasioni. Ma lì sono episodi perché comunque all’andata l’Inter ha fatto una grande partita, ha creato tantissimo ma gli è mancato l’ultimo passo perché se fossero riusciti ad arrivare a Madrid con un punteggio diverso sicuramente sarebbero passati. Però, ripeto, in Champions sono 180 minuti, magari ci sono i supplementari, rigori… ma c’è poco tempo e non devi sbagliare niente. Poi sicuramente è dispiaciuto a tutti. C’è rammarico perché una squadra come l’Inter è costruita comunque per vincere. Quando non si raggiunge l’obiettivo c’è del rammarico. Sulle due partite devo dire che l’andata è quella dove devono avere più rammarico i ragazzi”.

Le differenze tra Serie A e Premier League secondo Ranocchia

A differenza dello scorso anno, nella Champions League 2023-24 nessuna squadra della Serie A è riuscita ad arrivare neppure ai quarti di finale. Il calcio italiano deve quindi ancora migliorare per rimanere ad alti livelli anche in Champions League e colmare il gap, per esempio, a livello economico con la Premier League. Ranocchia, che in carriera ha giocato anche in prestito all’Hull City, ha descritto le differenze fra Serie A e Premier League: “È stata una delle esperienze più belle della mia carriera perché ho avuto modo di capire e di vivere un calcio che, se ci giochi e se lo vivi, capisci perché è il primo calcio a livello mondiale, perché girano tutti quei soldi e perché tanti giocatori vogliono andare a giocare in quel campionato. Lì c’è questa grandissima passione, una passione sana rispetto al campionato italiano, lì c’è proprio una passione sana per lo sport. Tutti i tifosi cercano di sostenere la squadra in tutti i momenti. Ti faccio un esempio, l’ultima partita quando siamo retrocessi con l’Hull City, tutti noi naturalmente eravamo nello spogliatoio tristi. Dopo un quarto d’ora, i tifosi ci chiamano fuori. Io abituato con l’Italia ho pensato “adesso ci contestano, ci insultano”. Invece, ci hanno fatto fare il giro del campo, tutti quanti ci hanno applaudito, tutti quanti. Io penso che in Italia, non succede quasi mai che il giorno della retrocessione, dopo un quarto d’ora, ti chiamano fuori i tifosi per fare il giro del campo. Ecco, questo riassume un po’ quello che è il sentimento del calcio inglese, oltre che comunque c’è l’atmosfera, i campi, gli stadi bellissimi…”.

 

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