Il fashion sharing è una pratica che permette di scambiare ed acquistare vestiti online che sta diventando sempre più comune.
Se ci si pensa bene, lo scambio di beni è una pratica che ha origini antichissime ed era presente già molto prima dell’avvento della moneta. Con l’avvento di internet questa pratica è tornata prepotentemente in voga e sono tantissimi a sostenere che questo fenomeno del fashion renting, e dello scambio di beni in generale, stia modificando in maniera profonda le nostre abitudini e ci stia allontanando sempre di più dal binomio acquisto/proprietà.
Dunque, è proprio in seguito al consolidamento del fashion sharing sostenibile ed all’avvento della crisi della vendita al dettaglio che hanno preso sempre più piede anche fenomeni come quello della “moda a noleggio” nel quale gli abiti da sfilata vengono noleggiati per qualche giorno ad un prezzo ridotto del 10% o 20% del prezzo al dettaglio.
Si tratta senza dubbio, come abbiamo già avuto modo di dire, di un trend che viene dettato dal rapido cambiamento delle abitudini di consumo il quale potrebbe anche avere buoni risvolti in termini ambientali, tanto da essere appunto definito come fashion sharing sostenibile.
Quali sono i vantaggi della sharing economy?
Innanzitutto è importante sapere che la sharing economy si esprime in tante forme diverse ed opera in numerosi settori come il noleggio di barche, macchine ed altri mezzi di trasporto ma anche nelle assicurazioni.
Se facciamo riferimento soltanto al significato del fashion sharing ci accorgiamo che nel mondo dell’abbigliamento questa pratica è presente su diverse piattaforme, sia fisiche che informatiche. Vi sono negozi specializzati nella vendita di capi d’abbigliamento di seconda mano ma anche circuiti ed associazioni specializzate nella raccolta di vestiti usati.
Detto questo, quali sono i vantaggi della sharing economy?
Innanzitutto vi è un vantaggio economico dal momento che l’acquisto di un vestito di seconda mano comporta una spesa inferiore rispetto a quella di un vestito “nuovo”. Inoltre, a ridursi è anche la produzione di massa dei vari capi d’abbigliamento. Tutto questo, poi, comporta ovviamente una ridotta produzione di rifiuti.
I benefici ambientali
Il significato di fashion sharing, anche se si tratta di un termine nuovo, in realtà rimanda ad un fenomeno che non è affatto recente ma che solo negli ultimi anni si è fatto strada nel mondo della moda diventando un vero e proprio trend che ci permette di svuotare i nostri armadi ed essere sempre comunque ben riforniti di abiti.
Il fashion renting, dunque, è una vera e propria rivoluzione del mondo della moda ma che abbraccia ogni campo, incluso anche quello non meno importante della salvaguardia ambientale dal momento che una diffusione maggiore di questo fenomeno potrebbe comportare una riduzione dei volumi di produzione dell’industria tessile, inferiore nell’inquinamento soltanto alle industrie di olio e gas.
Lo scambio e la vendita di vestiti d’occasione
Ad essere oggetto di scambio sono soprattutto i vestiti d’occasione ed i capi vintage i quali sono tornati ad essere particolarmente ricercati negli ultimi anni. Le ragione di questo revival sono davvero molte e tra queste possiamo evidenziare senza dubbio la nascita e lo sviluppo di piattaforme di scambio di vendita online sommati ad un contesto economico più difficile e complicato.
Un fenomeno particolarmente conosciuto soprattutto nell’abbigliamento per neonati e bambini dal momento che questa tipologia di abbigliamento viene indossata per pochissimo tempo e, quando arriva il momento di essere sostituita, spesso è ancora nuova ed in ottime condizioni.
Da qui, poi, si è iniziato a pensare anche alla possibilità di una fashion sharing sostenibile anche per gli adulti.
In conclusione, prepariamoci a vestire con abiti che provengono dagli armadi di altre persone oppure noleggiando abiti che provengono direttamente dalle settimane della moda di Milano, Parigi, Londra o New York. Il vintage, l’usato e il fashion renting sono la nuova moda in ambito di abbigliamento.