Dalla legna al pellet, breve guida ai tipi di camino (e di alimentazione)

Il camino è uno dei metodi di riscaldamento più utilizzati fino a qualche decennio fa, che ritroviamo ancora nelle case di vecchia costruzione nella tipologia più classica o nelle case moderne come elemento principalmente estetico. Il caminetto dona agli spazi un’atmosfera accogliente e, in base al modello che si sceglie, può rappresentare la componente principale di un impianto di riscaldamento, come stabilito dal decreto legislativo 48/2020 che ha ampliato la definizione di impianto di riscaldamento per favorire l’accesso alle agevolazioni del Bonus Casa anche alle abitazioni con camino. Per alimentare un camino si utilizzano diversi materiali, che vanno scelti a seconda del modello e del proprie esigenze. Non bisogna inoltre dimenticare che l’alimentazione determina anche i costi del riscaldamento ed è quindi fondamentale scegliere la modalità che più si allinea al budget familiare e che possa contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale. Sappiamo infatti che la combustione immette gran quantità di C02 nell’ambiente ed è quindi importante abbassare i livelli di emissione con soluzioni che limitano la dispersione del calore per un maggiore comfort abitativo e un concreto sostegno al pianeta. Vediamo insieme quali sono le tipologie di camino e come possono essere alimentate, descrivendo vantaggi e svantaggi delle diverse soluzioni.

I vari tipi di camini 

I tipi di camino sono tre:

  • aperto
  • chiuso
  • termocamino

Il camino aperto è quello più comune nel nostro immaginario ed è utilizzato più per una questione estetica che per la sua funzionalità. Piace infatti lo spettacolo della fiamma che brucia e il calore che da vicino è molto avvolgente. Viene solitamente posizionato al centro della stanza più rappresentativa della casa e si può personalizzare nella grandezza e nelle rifiniture in base allo spazio disponibile. Il calore viene propagato nelle stanze in maniera diretta e questo provoca una maggiore dispersione, soprattutto in ambienti molto grandi. La tipologia di camino chiuso limita invece la dispersione e può avere anche un sistema di ventilazione per propagare meglio il calore. Il materiale con cui è realizzato è solitamente la ghisa o l’acciaio e il vetro temperato consente di vedere l’area di combustione. Il termocamino è invece la soluzione ideale per avere un sistema di riscaldamento per tutta la casa e la possibilità di produrre acqua calda. Il calore prodotto dalla combustione viene infatti utilizzato per scaldare l’acqua contenuta nei termosifoni o per la produzione di acqua sanitaria. Indipendentemente dalla tipologia di camino scelta e dall’alimentazione, per l’installazione di un camino è obbligatoria la canna fumaria, che porta all’esterno e smaltisce i fumi prodotti dalla combustione. Ogni Comune ha una propria normativa a riguardo e, se si vive in condominio, è necessario attenersi al regolamento in merito. Per avere un’idea sulle misure e i materiali delle canne fumarie e conoscere anche le varie modalità di acquisto può essere utile consultare anche un sito di e-commerce. Ci sono piattaforme come Echome che permettono di ordinare online in pochi passaggi. Clicca qui se vuoi fare una rapida valutazione. Tra le tipologie più utilizzate ci sono le canne fumarie in acciaio o porcellanate.

Le modalità di alimentazione 

Il camino si caratterizza anche per le modalità di alimentazione. La più comune è la legna, facilmente reperibile e anche non eccessivamente costosa. Ha però un impatto importante sull’ambiente. Il pellet è invece una soluzione più ecologica, ma per riscaldare bene gli ambienti dev’essere usata in grande quantità. Ci sono poi camini che utilizzano l’elettricità, simulando la fiamma attraverso un display, e, tra le tecnologie più moderne ci sono quelli alimentati a bioetanolo, che però non sono molto utili per riscaldare grandi ambienti.

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