Per prestito personale si intende una forma di finanziamento che il richiedente può ottenere presentando determinate garanzie, come reddito dimostrabile o CUD pensionistico. Sono erogati da banche o da enti creditizi e prevedono la restituzione della somma concessa attraverso il pagamento di rate mensili con un tasso di maggiorazione (interesse).
Un prestito personale non prevede l’erogazione di grandi cifre. Parliamo, infatti, di somme che possono andare dai 2.000 € (si parla in questo caso di microprestito https://www.prestito-perte.eu/ ) fino a un massimo di 50.000 €. Per disporre di cifre più elevate dobbiamo parlare di mutui, che prevedono invece diversi tipi di garanzie e hanno una durata decisamente più lunga.
Chi può accedere a un prestito personale
Per poter disporre di una determinata cifra, il richiedente deve poter dimostrare di essere in grado di restituirla attraverso un piano rateale personalizzato, che ha una durata variabile da 12 a 120 mesi. Le categorie di lavoratori che possono accedere a un prestito personale sono dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi.
Quali garanzie richiedono prestiti personali
Dopo aver presentato la domanda per accedere al prestito personale, l’ente fornitore di credito deve procedere attraverso alcune verifiche, atte a valutare se il debitore abbia o meno uno storico che lo contraddistingua come buono o cattivo pagatore.
I documenti che il richiedente deve presentare sono principalmente 3:
- Busta paga: è il documento richiesto in caso il debitore sia un lavoratore dipendente. All’interno della busta paga, infatti, viene specificato il reddito mensile lordo e quello netto. Allo stesso modo, attraverso la busta paga il creditore può verificare se il lavoratore dipendente riceva o meno tredicesima e quattordicesima, più eventuali bonus. È importante precisare che, al momento della concessione del prestito, vengono richieste più buste paga, di solito le ultime tre. Chi ha da poco cominciato un lavoro da dipendete, infatti, potrebbe rischiare di non accedere al prestito in quanto gli enti creditori hanno bisogno di conoscere la continuità reddituale del debitore.
- Certificazione unica (ex CUD): nel caso in cui il richiedente sia un pensionato, gli istituti fornitori di prestiti personali richiedono che questo presenti come garanzia la certificazione unica. Questo documento, allo stesso modo della busta paga, certifica un reddito sia da lavoratore che da pensionato. Quest’ultimo, però, non avendo a disposizione una busta paga, può accedere al prestito solo sotto presentazione della certificazione unica. In questo caso, chiaramente, entrano in gioco anche determinati limiti d’età. Una persona molto anziana avrà difficilmente accesso a un prestito di lunga durata.
- Dichiarazione dei redditi: in caso di lavoratori autonomi, ad esempio liberi professionisti o possessori di partita IVA, il documento da presentare per poter accedere a un prestito personale è la dichiarazione dei redditi, di solito quelle relative ai due o tre anni precedenti rispetto alla richiesta. In questo modo, i creditori possono visualizzare uno storico dell’andamento reddituale del richiedente. Va detto, però, che negli ultimi anni sta diventando sempre più difficile per i lavoratori autonomi poter avere un prestito. A causa delle scarse garanzie offerte da un lavoro senza entrate fisse.